Davide contro Golia, questa
volta sconfitto non con la fionda, ma a colpi di focaccia pugliese, una
delle delizie gastronomiche della nostra terra che ha fatto il giro del
mondo grazie alla sua gustosa genuinità. E’ l’ultima storia che Nico
Cirasola ha scelto di raccontare nel film “Focaccia Blues”, uno
spaccato di vita che affonda le radici in un episodio realmente accaduto
qualche anno fa. La storia, nella sua incredibile realtà, ha fatto il
giro del mondo: il colosso Mac Donald’s sbarca ad Altamura nel 2001 e
gli affari vanno a gonfie vele, ma non per molto. Nel 2003 l’attività
cessa a causa della preferenza che i cittadini accordano ad un
panettiere che, incurante del rischio, sceglie di vendere la sua
focaccia in un negozio ubicato proprio accanto al gigante americano del
fast food. Globale contro locale, una sfida che ha ribaltato ogni
pronostico iniziale, dimostrando che la semplicità e la genuinità
tramandate di generazione in generazione possono ancora dare scacco
anche alle grandi multinazionali. “L’idea è nata alla Fiera del Libro di
Torino – ci racconta Nico Cirasola -: il produttore Alessandro Contessa
è rimasto folgorato da questa storia raccontata con dovizia di
particolari dal giornalista altamurano Onofrio Pepe, e insieme abbiamo
deciso di farne un film”. La pellicola è stata girata interamente in
Puglia, con una trasferta a Manhattan per filmare alcune scene in un Mac
Donald’s, catena che nel film non viene mai nominata, ma identificata
usando i colori sociali, giallo e rosso. Tra gli interpreti anche i
soliti noti pugliesi: cameo di Renzo Arbore, Lino Banfi, Michele
Placido, Riccardo Scamarcio e Sergio Rubini. Dante Marmone invece è il
protagonista sognatore e povero in canna, che contende l’amore di Rosa –
Tiziana Schiavarelli a Manuel (l’emblema di Mac Donald’s), il ricco
antagonista. Come andrà a finire lo scopriremo nelle sale
cinematografiche il prossimo anno: “Il montaggio di Focaccia Blues
dovrebbe essere ultimato tra gennaio e febbraio 2008 – dice Cirasola -,
subito dopo ci occuperemo della distribuzione nelle sale
cinematografiche”. Dopo le anticipazioni sull’ultima fatica in cantiere,
inevitabile ripercorrere con Nico Cirasola le tappe fondamentali della
sua lunga carriera…
Nico Cirasola: regista ed
anche attore, come hai scelto da che parte dell’obiettivo stare?
I miei studi – Liceo
Scientifico e laurea in Lingue – hanno poco in comune col mondo di
celluloide. La regia mi ha sempre affascinato, anche se ho molto
apprezzato le varie esperienze dall’altra parte dell’obiettivo… Ho
recitato con Sofia Loren in “Francesca e Nunziata” di Lina Wertmuller,
nel ruolo di un venditore di grano pugliese, poi altre esperienze sui
set di registi – attori, come scambio di favori: sia Winspeare che
Zangardi mi hanno diretto e sono stati attori nei miei film. Ho
cominciato ad appassionarmi alla macchina da presa fin dagli anni ’70,
girando film in super otto di manifestazioni politiche, cortei operai a
Bari, Bologna, Roma, e che ora diventeranno patrimonio della
collettività confluendo nella Cineteca Puglia. La primissima esperienza
sul set, nonché grande palestra, arrivò nel ’77 con il film “La vedova
del trullo”, classica commedia all’italiana interpretata da Rosa
Fumetto.
Si parla spesso di
difficoltà legate al reperimento di finanziamenti per la cinematografia,
quali sono gli scenari in Puglia?
Se ci si ferma a pensare ai
soldi, si corre il rischio di non realizzare il film! Alla base della
cinematografia c’è sempre un’idea forte, che deve fare i conti con la
realtà dei numeri. Per imprimere su pellicola un progetto servono almeno
300.000 euro. In Puglia le cose sono cambiate negli ultimi tre anni,
dall’avvento dell’Apulia Film Commission: la regione ha nuovamente
aperto una finestra per accedere ai finanziamenti, canale chiuso
dall’87.
Focaccia Blues è quasi
ultimato, puoi darci qualche anticipazione sui tuoi prossimi impegni?
Ci sono diverse cose a
bollire in pentola…. Il prossimo film sarà incentrato su un altro dei
figli illustri della Puglia: Gino Boccasile, l’inventore della grafica
pubblicitaria, nato a Bari nel 1901. Ancora oggi viviamo circondati
dalle sue opere, pur senza saperlo: le famose pin up, il logo della
Pasta Ambra, del Maggio barese, della Fiera del Levante, la Dea Bendata,
solo per citarne alcuni. Trasferitosi a Milano, ha disegnato strisce per
le maggiori riviste letterarie italiane, persino gli americani hanno
preso spunto dalle sue opere. Le riprese cominceranno a dicembre, in
cantiere anche una serie tv ambientata a Roma dal titolo provvisorio “Lo
sbirro”, con Gianfranco Funari come protagonista. Seguirò le avventure
di un poliziotto in pensione, che si destreggia tra la cronaca
quotidiana e la storia dell’antica Roma. |