Rocío Muñoz Morales: "La
Puglia è il posto tutto mio". Maria Liuzzi presenta il suo libro
Con
il romanzo Un posto tutto mio, edito da Sonzogno, dell’attrice spagnola
Rocío Muñoz Morales, ha preso il via l'8 luglio presso la Masseria San
Giovanni, la rassegna "LibriAmo…tra gli ulivi!", promossa dall’imprenditrice
fasanese Laura De Mola e organizzata dal locale Mondadori Point. A
intervistare la neo scrittrice è stata la giornalista di Telenorba Maria
Liuzzi. Ad aprire la serata i saluti e i ringraziamenti di rito da parte di
Laura De Mola, che ha voluto complimentarsi con i padroni di casa che hanno
investito nella nostra terra, riportando all’antico splendore un pezzo di
storia locale come la Masseria San Giovanni.
Quindi è toccato alla giornalista di Telenorba intraprendere la
chiacchierata con la Muñoz Morales, che ha conquistato il numeroso pubblico
per spontaneità e per semplicità. «Un romanzo che sembra scritto da una
pugliese, sia per il linguaggio utilizzato che per la descrizione dei luoghi
e della gente che li abita» lo ha definito Maria Liuzzi. «Sì, è proprio così
– le ha fatto eco l’attrice iberica – perché io mi sento pugliese, ed è come
se fossi tornata a casa. Questo è un posto dove io, così come la
protagonista del mio romanzo Camila, ho perso la paura di essere da sola.
Scrivere di lei è stato un esercizio terapeutico, mi sono potuta sfogare.
Camila mi ha fatto un grande regalo», ha confessato l’attrice.
Un
posto tutto mio è dunque la storia di una donna che per affrontare la vita e
alcune ferite che si porta dentro, si fa scudo di molte infrastrutture che
pian piano finiranno per crollare davanti alla gente di questo luogo del Sud
Italia, il cui nome, Salianto, è completamente inventato, è che il posto
dove è nata sua madre e dove ha ereditato la metà di una vecchia masseria.
Una donna che, come l’autrice a cui è fortemente legata, lotta tutti i
giorni non con i pugni ma con il sorriso. Decisivo per Camila sarà
l’incontro – cominciato con il piede sbagliato – con il grande amore, Marco,
scrittore inconcludente e con il cuore infranto, proprio come il suo. Un
romanzo, come ha rivelato la stessa attrice, nato durante il lockdown come
mezzo per viaggiare ed evadere dalla realtà; un modo per incontrare persone,
anche se solo virtualmente, e provare sentimenti. Di riprovare quella
lentezza nell’assaporare le cose semplici della vita, di stabilire nuovamente
contatti con la gente, senza alcuna fretta, perché «nei rapporti intensi e
veri, ci vuole del tempo».
Articolo di Dino Cassone
pubblicato sul sito
Go Fasano
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